L’inizio del nuovo anno corrisponde sempre a un momento di bilanci ma soprattutto di aspettative per i 12 mesi che ancora devono arrivare. In questo scenario, non fa eccezione il cosiddetto “clima di fiducia” che consumatori e imprese nutrono nei confronti del presente e dell’immediato futuro. Come di consueto, l’Istat ha “misurato” questo indice di positività confrontandolo con quelle registrato a dicembre 2019. Il dato più rilevante è certamente la divergenza nell’andamento del clima di fiducia tra imprese (in peggioramento) e consumatori (in miglioramento). Per quanto riguarda le imprese, l’indice composito del clima di fiducia diminuisce, riportandosi sul livello dello scorso novembre, sintesi di un miglioramento nell’industria e di un peggioramento nei servizi e nel commercio al dettaglio. Per i consumatori, il clima di fiducia recupera completamente la flessione registrata a novembre 2019 riportandosi sul livello dello scorso ottobre. L’aumento è dovuto ad un diffuso miglioramento di tutte le componenti.

La valutazione dei consumatori

A gennaio 2020 l’Istat rileva un miglioramento dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 110,8 a 111,8). Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori mostrano una tendenza al rialzo: il clima economico registra un incremento da 120,9 a 123,8, il clima personale cresce da 106,8 a 108,4, il clima corrente aumenta da 108,8 a 110,7 e quello futuro passa da 112,3 a 114,7.

E quella dell’industria

Diverso il discorso nelle imprese, dove a gennaio 2020 l’indice composito del clima di fiducia registra un calo (da 100,7 a 99,2). Con riferimento alle imprese, nell’industria si registra un complessivo miglioramento mentre per i servizi emergono segnali di incertezza. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 99,3 a 99,9 e cresce in modo deciso nelle costruzioni (da 140,1 a 142,7); nei servizi la fiducia diminuisce (l’indice passa da 102,2 a 99,5), così come nel commercio al dettaglio, dove l’indice cala da 110,6 a 106,6.

Per quanto attiene alle componenti dell’indice di fiducia, nell’industria manifatturiera migliorano sia i giudizi sugli ordini sia le aspettative di produzione mentre le scorte di prodotti finiti sono giudicate in accumulo. Nelle costruzioni, l’evoluzione positiva dell’indice è trainata dal miglioramento delle attese sull’occupazione.

Nei servizi di mercato e nel commercio al dettaglio il calo dell’indice riflette una dinamica negativa di tutte le componenti. In quest’ultimo comparto, si assiste ad un diffuso peggioramento dei giudizi sulle vendite in entrambi i circuiti distributivi analizzati (grande distribuzione e distribuzione tradizionale) mentre le relative aspettative sono in calo solo nella grande distribuzione.