Per indagare gli effetti economici e finanziari dell’emergenza Covid-19 sulle imprese CRIF ha messo a punto l’Osservatorio Pulse, che analizza le conseguenze sul business e l’andamento futuro dei vari settori economici italiani, divisi in quattro categorie, Top, Upper, Middle e Bottom, sulla base di diversi parametri. Dall’analisi emerge che solo un ristretto numero di comparti (Top) mostra una sostanziale tenuta. Tra questi, il farmaceutico, le telecomunicazioni, ICT e media, chimica e consulenza. Il numero di imprese che ricadono in questa categoria è piuttosto limitato, sia in termini numerici (circa il 15% del totale) sia per giro d’affari (circa l’11%).

I settori Top e Upper

Tra le caratteristiche che accomunano i settori Top rientrano un limitato impatto delle restrizioni derivanti dal lockdown, in quanto attività essenziali o comunque svolgibili in modalità smart working, una domanda resiliente o addirittura in crescita, tenuta di margini e generazione di cassa, relativa stabilità del merito creditizio e regolare operatività sotto il profilo commerciale.

I settori classificati come Upper (Trasporti e logistica, Alimentari, bevande e tabacco, Elettronica) sono anch’essi caratterizzati da un basso impatto delle restrizioni derivanti dal lockdown per le produzioni essenziali, da un favorevole trend di lungo termine della domanda e da una migliore capacità di assorbimento degli impatti negativi di breve periodo.

Middle e Bottom

I settori Middle (Commercio al dettaglio, Tessile e abbigliamento e Meccanica strumentale) evidenziano invece un maggior impatto delle restrizioni derivanti dal lockdown e spesso presentano anche una forte esposizione nei confronti della domanda estera. I settori Bottom (Turismo/Tempo Libero, Commercio di autoveicoli, Mining/Oil&Gas, Ingegneria civile e costruzioni, Meccanica/Mezzi di trasporto, Prodotti metallici) hanno fortemente risentito delle restrizioni derivanti dal lockdown, e anche nella fase di ripartenza stanno soffrendo per via di una debole domanda. Una forte componente di costi fissi e l’elevata incidenza del capitale circolante gravano sul loro profilo finanziario.

Rispetto alla limitata concentrazione di società all’interno della categoria Top, la categoria Bottom vede la presenza di circa il 28% delle società di capitali italiane, per un giro d’affari aggregato del 24% del totale.

Nel 2021 ripresa nel fatturato e margini, ma non basta per tornare ai livelli pre-crisi

Nel 2021 il rimbalzo previsto rispetto all’anno precedente permetterà una ripresa nel fatturato e nei margini, tuttavia non sufficiente a tornare ai livelli pre-crisi. Nel contesto attuale, poi, acquisiscono particolare rilevanza la filiera di appartenenza e il segmento di operatività. La prima, infatti, può determinare per due produttori di beni simili un mercato di sbocco totalmente differente in termini di andamento della domanda finale, come ad esempio, chi produce componenti metalliche per apparecchiature biomedicali rispetto a chi produce componenti simili ma destinate al comparto automotive. Il secondo fattore può invece consentire di identificare posizionamenti di nicchia in determinati ambiti che sperimentano trend in controtendenza rispetto al settore di riferimento, quali ad esempio il commercio online rispetto al canale fisico all’interno del comparto retail.