L’Italia ha tante opportunità da cogliere per migliorare sotto il profilo della sostenibilità alimentare e ambientale. E di fronte a una maggior attenzione agli sprechi e al consumo sostenibile, le sfide maggiori riguardano il campo della nutrizione. L’analisi è stata effettuata dal Food Sustainability Index, lo studio globale su nutrizione, agricoltura sostenibile e spreco alimentare, che raccoglie i dati di 67 Paesi per evidenziare best practice e aspetti su cui intervenire in relazione ai paradossi del cibo e ai principali Sustainable Development Goals.

Il 59% di italiani è obeso

Pur rimanendo molto alta l’aspettativa di vita, pari a una media di 83 anni, come Spagna e Australia, ma meno del Giappone che arriva a 84, nel nostro Paese cambia infatti l’aspettativa di vita sana, che si abbassa a 73 anni. Determinante in questo quadro la percentuale di persone sovrappeso o obese, che rappresentano il 37% della popolazione nella fascia dei più giovani (5-19 anni), e che sale al 59% tra gli adulti. Allontanamento dalla Dieta Mediterranea e da modelli alimentari sostenibili, uniti a una scarsa propensione all’attività fisica, sembrano essere le principali cause di questa situazione, che in futuro potrebbe portare a un peggioramento dello stato di salute degli italiani.

Ridurre gli sprechi e ridistribuire il cibo

Per quanto riguarda lo spreco di alimenti, a fronte di un 2% di cibo gettato rispetto al totale che viene prodotto, si registrano circa 65 Kg/anno di cibo sprecato a persona. Un numero ancora piuttosto alto che però il Bel Paese sta provando a ridurre significativamente. A cominciare dalle politiche recenti, che aiutano nella donazione di cibo alle associazioni del terzo settore, o il piano nazionale di riduzione dello spreco (PINPAS), che analizza le fasi della catena di distribuzione per capire dove avvengono i maggiori sprechi, e intervenire per ridurli o ridistribuire il cibo avanzato.

Sforzi positivi per un’agricoltura sostenibile

Resta poi positivo lo sforzo del nostro Paese per un’agricoltura sostenibile, riporta askanews. Ottime infatti le performance nella lotta allo spreco di acqua, dato che solo il 6,74% di quella usata finisce dispersa. Un risultato migliore di altre importanti realtà europee, come Grecia (11,58%) o Spagna (22,84%). Molto, invece, può essere fatto rispetto all’uso indiretto di acqua, riconducibile al cibo importato dall’estero.

Un altro dato che deve far riflettere riguarda la presenza di donne in agricoltura, che in Italia raggiunge il 38,8% del totale, mentre in Svezia si arriva al 68%. Discorso analogo merita la presenza di giovani impiegati nel settore (5% del totale), per un’età media pari a 57 anni, mentre negli USA l’età media è di 38 anni.