Nel 2020 l’82% delle imprese con almeno 10 addetti non adotta più di 6 tecnologie tra le 12 considerate dall’indicatore europeo di digitalizzazione (nel Mezzogiorno 87,1%). Cresce notevolmente la quota di imprese che forniscono sui propri siti web informazioni sui prodotti offerti (55,5% dal 33,9% nel 2019).  Le applicazioni digitali più evolute sono poco utilizzate tra le PMI: circa l’8% dichiara di avvalersi di almeno due dispositivi smart o sistemi interconnessi, di robotica e analisi di big data e solo il 4,5% utilizza stampanti 3d nei processi di produzione. Sono solo alcuni dati dell’indagine Istat su imprese e ICT effettuata tra i mesi di giugno e agosto 2020.

I servizi cloud e l’commerce registrano un boom

Nel 2020, il 97,5% delle imprese con almeno 10 addetti utilizza connessioni in banda larga fissa o mobile. Rimane stabile la quota di imprese che fornisce ai propri addetti dispositivi portatili (ad es. computer portatili, smartphone, tablet, ipad) che permettono una connessione mobile a Internet per scopi aziendali/lavorativi (62,6%; era 62,4% nel 2019).  Aumenta la percentuale di addetti che utilizzano un computer connesso a Internet per svolgere il proprio lavoro (53,2%; era 49,9% nel 2019). Tale incremento è probabilmente dovuto anche alla risposta delle imprese alla pandemia iniziata a marzo 2020. A livello settoriale, le differenze maggiori tra il 2019 e il 2020 sono state registrate tra le imprese del commercio al dettaglio (dal 48,8% al 58,0%), dell’industria dei prodotti in legno e carta, stampa (dal 39,1% al 45,5%) seguite da quelle dei settori della ristorazione (dal 21,6% al 26,7%), della metallurgia (dal 38,0% al 43,2%). L’indagine ha colto altri possibili segnali di reazione alle difficoltà indotte dall’emergenza sanitaria, il deciso aumento di imprese con sito web che rendono disponibili informazioni sui prodotti e servizi offerti (dal 34% del 2019 al 55% del 2020) e di quelle che utilizzano servizi cloud (dal 23% del 2018 al 59% del 2020)i. La dimensione dell’utilizzo di dispositivi mobili e connessioni mobili forniti dalle imprese ai propri addetti rimane in linea con i livelli dell’anno precedente ed è pari al 62,6%, contro il 62,4% del 2019. Tale quota sale fino al 96,0% dei casi (95,3% nel 2019) per le grandi imprese che dichiarano di fornire tali dispositivi a circa un terzo dei propri lavoratori.

Il livello di digitalizzazione dipende dalla complessità aziendale

Il comportamento delle imprese è stato valutato rispetto a 12 caratteristiche specifiche che contribuiscono  alla definizione dell’indicatore composito di digitalizzazione denominato Digital intensity indexv utilizzato per identificare le aree nelle quali le imprese italiane incontrano maggiori difficoltà.  In generale, circa l’82% delle imprese con almeno 10 addetti si colloca a un livello ‘basso’ o ‘molto basso’ d’adozione dell’ICT, non essendo coinvolte in più di 6 attività tra quelle considerate; il restante 18% svolge invece almeno 7 delle 12 funzioni, posizionandosi su livelli ‘alti’ o ‘molto alti’ di digitalizzazione. Con riferimento ai 12 indicatori, nelle varie classi di addetti il divario maggiore si registra nella presenza di specialisti in ICT tra gli addetti dell’impresa e nell’utilizzo di robotica e di servizi cloud di livello medio alto. Inoltre, si evidenziano indicatori la cui presenza diventa significativa solo per livelli più alti dell’Index (ad esempio robot e stampa 3d) mentre altri vengono utilizzati anche in corrispondenza di un numero più limitato di attività adottate (ad esempio la fatturazione elettronica).

Le dimensioni fanno la differenza

La dimensione aziendale e la complessità organizzativa sono in linea con il diverso grado di digitalizzazione delle imprese che si distinguono anche per la tipologia di tecnologie implementate. In base alle combinazioni dei 12 indicatori che compongono l’indicatore sintetico per classe di addetti, tra le imprese fino a 99 addetti i modelli più utilizzati includono al più una velocità di connessione almeno pari a 30 Mbit/s, l’invio di fatture elettroniche, il sito web, la presenza di specifici servizi offerti sul sito. Il cloud di livello medio alto, l’intensità di utilizzo di computer e device mobili da parte della forza lavoro e la presenza di specialisti ICT sono più frequenti nelle imprese con almeno 100 addetti. Infine, alle attività relative alle innovazioni tecnologiche più avanzate, quali robotica, analisi di big data e stampa 3d ricorrono principalmente le imprese che hanno già adottato almeno 5 delle altre attività e quindi sono connesse soprattutto a gradi di digitalizzazione alti e molto alti.

Quattro grandi imprese su dieci vendono online

Nel 2019 la percentuale di imprese con almeno 10 addetti che hanno effettuato vendite online continua a essere contenuta (16,3%) sebbene si sia registrato un incremento di due punti percentuali rispetto all’anno precedente. Una crescita più consistente ha riguardato le imprese con almeno 250 addetti, che risultano anche le più attive nel mercato delle vendite elettroniche (40,2%, dal 35,6% nel 2018) rispetto a quelle con 10-49 addetti (15,2%, dal 12,8% nel 2018). La percentuale di imprese che nel corso del 2019 hanno venduto via web (13,7%) cresce di 1,8 punti percentuali e, tra queste, prevalgono quelle che hanno avuto come clienti i consumatori privati (84,1%) anziché imprese e amministrazioni pubbliche (57,2%).