Second hand online: la parola più cercata è iPhone 

Il ritorno alla normalità post emergenza Covid, lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, che ha contribuito al caro energia, e la crescita dell’inflazione hanno generato forti preoccupazioni economiche. Per il second hand online ciò si è tradotto in un consolidamento del mercato dell’usato, come luogo a cui guardare per compravendite in grado di far risparmiare e guadagnare attraverso un percorso di acquisto sostenibile. Subito.it, il sito specializzato in second hand, ha analizzando oltre 3 miliardi di ricerche e 1, 6 miliardi di visite in piattaforma da parte di oltre 13 milioni di utenti unici, raccontando uno spaccato in cui la tecnologia ha assunto un ruolo da protagonista. E dove iPhone è la parola più cercata.

I giganti dei device

Device, elettrodomestici, smartphone e wearable costituiscono uno dei ‘noccioli duri’ della second hand in generale. Tra le parole più ricercate in generale sulla piattaforma nel 2022 si trova iPhone, con Samsung che scende di quattro posizioni rispetto al 2021 e Apple, meno ricercata di Samsung, che ne guadagna 11. Sono questi infatti i brand che vengono collegati automaticamente ai più famosi device di loro produzione, tanto da diventare vere e proprie keyword. I due giganti del settore mantengono perciò il loro primato anche per l’usato, dove comunque non mancano ricerche anche per Xiaomi, che però perde 38 posizioni, e Huawei, che ne guadagna 21.

Wearable e gaming

Analizzando l’intera classifica è possibile trovare anche ricerche relative ai wearable, come gli smartwatch, con parole come Apple Watch, che però rispetto al 2021 perde sette posizioni, e Garmin: prodotti che mettono in luce l’attenzione degli italiani al monitoraggio della propria salute.
Discorso a sé per il gaming, con in testa la PlayStation 4 nella Top 20 delle parole più cercate in assoluto, e PlayStation 5, che esce dalla Top 20, ma guadagna 3 posizioni rispetto al 2021.
Nintendo Switch, insieme a PC gaming, scheda video e monitor, mostrano poi non solo l’interesse per le console, ma la creazione di vere e proprie gaming station grazie alla second hand.

L’usato si regala anche a Natale

Non solo però giochi digitali: nel 2022 sono stati cercati molto anche flipper e giradischi. E l’usato si regala anche a Natale. Su Subito si sono infatti verificati picchi di utilizzo della piattaforma a novembre e dicembre, tendenze che permettono di attestare il definitivo ‘sdoganamento’ dei pregiudizi relativi alla second hand. In particolare, si è assistito al +23% di transazioni a novembre rispetto a ottobre, e al +62% di transazioni con TuttoSubito, che permette di fare affari a distanza e in sicurezza in tutta Italia, cresciuto del +113% da gennaio a novembre 2022. Rispetto alla settimana precedente, nella settimana tra il 21-27 novembre il valore transato è stato 8 volte superiore alla media settimanale.

Nel 2023 crescono i flussi turistici verso l’Italia

Nel 2023 in Italia si prevedono oltre 442 milioni di presenze e 126,6 milioni di arrivi, rispettivamente, +12,2% e +11,2% rispetto al 2022. Segnali in ripresa, dunque, per il settore turistico italiano anche sul versante dell’incoming. A scegliere l’Italia per le vacanze sarebbero infatti quasi 61 milioni di stranieri, generando 215 milioni di pernottamenti. E a livello territoriale tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici. È quanto emerge dalla nota previsionale Tourism Forecast 2023 dell’Istituto Demoskopika.

Le nove Regioni con più pernottamenti

Nel modello previsionale dell’Istituto si collocherebbero al di sopra della media italiana nove sistemi turistici territoriali: Trentino Alto Adige, con 52,6 milioni di pernottamenti (+15,4%) e 12,1 milioni di arrivi (+11,8%), Veneto (73,3 milioni di presenze, +14,8%, e 19,1 milioni di arrivi (+11,0%), Marche (13 milioni, +13,4%, e 2,7 milioni, +13,8%), Molise (584mila, +13,4%, e 182mila, +14,3%), Toscana (49,8 milioni, +13,4%, e 14 milioni, +13,5%), Lazio (33,8 milioni, +12,8%, e 11,5 milioni, +12,8%), Sicilia (15,9 milioni, +12,7%, e 4,9 milioni, +8,9%), Campania (20,8 milioni, +12,3%, e 5,7 milioni, +13,1%) ed Emilia-Romagna (42,8 milioni, +12,2%, e 11,4 milioni, +7,4%).

I flussi turistici interessano tutto il territorio

A seguire, con una crescita significativa dei flussi turistici, Sardegna (14,2 milioni di presenze, +11,9%, e 3 milioni di arrivi, +10,2%), Friuli-Venezia Giulia (9,6 milioni di presenze (+11,1%) e 2,6 milioni di arrivi (+13,7%), Lombardia (38,8 milioni di presenze, +10,6%, e 15,9 milioni di arrivi, +12,1%), Puglia (+10,0% e +10,6%), Valle d’Aosta (+10,0% e +5,4%), Umbria (+10,0% e +13,5%), Calabria (+8,7% e +7,5%), Abruzzo (7,5% e +14,0%), Liguria (+6,3% e +8,0%), Basilicata (+4,6% e +14,7%), e Piemonte, con 15,6 milioni di presenze (+4,2%) e con 6,1 milioni di arrivi (+10,0%).

Spesa: stimati 89 miliardi di euro

Per il 2023, i flussi turistici in Italia potrebbero generare una spesa pari a 88,7 miliardi di euro, con una variazione in crescita del 22,8% rispetto all’anno precedente. Per il 2022 e per il 2023 è stata stimata una spesa pro-capite per vacanza rispettivamente pari a 630 euro e 701 euro. L’analisi per livello regionale colloca, in relazione alla variazione percentuale in aumento dell’indicatore osservato, nelle prime cinque posizioni Basilicata, con 457 milioni di euro (+27,7% rispetto al 2022), Molise (117 milioni di euro, +27,2%), Abruzzo (1.142 milioni, +26,8%), Marche (1.676 milioni, +26,6%), e Friuli-Venezia Giulia (1.038 milioni, +26,5%).

Il valore più alto dal 2010 a oggi

“Le nostre previsioni – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – descrivono un andamento in crescita dei flussi turistici più che significativo. Si potrebbe registrare il valore più alto delle presenze dal 2010 a oggi, con il mercato estero che incrementa le sue scelte di consumo turistico verso la ‘destinazione Italia’. Adesso però è necessaria un’accelerazione della programmazione. A tal riguardo, occorre conoscere lo stato di avanzamento del Piano strategico nazionale del turismo, e soprattutto, mettere in campo azioni e interventi eventualmente previsti da integrare consapevolmente con le risorse del PNRR”.

Svegliarsi con TikTok: cos’è la tendenza “morning routine”

Tutti ci alziamo la mattina, ma è altrettanto vero che ognuno di noi ha i propri riti e le proprie abitudini. Riprenderle e trasformarle in video da postare su TikTok sembra essere la moda del momento. Proprio così: sul social cinese spopola infatti la cosiddetta “morning routine”, ovvero il racconto di cosa fanno gli utenti appena svegli. Dal lavarsi i denti fino alla sessione di allenamento, dal momento beauty fino alle pulizie di casa.

Un hashtag dedicato alla sveglia

Come si riconoscono questi video? Semplice, sono taggati #morningroutine e “sono stati visti collettivamente 14,6 miliardi di volte”, conferma il Washington Post. Ma c’è di più. Il quotidiano americano evidenzia come uno dei riti mattutini più comuni si chiama #5to9 ed è un esplicito riferimento a ciò che accade “tra le 5 e le 9 del mattino in cui le persone altamente motivate possono dedicare quattro ore alle faccende domestiche e alla cura di sé prima di iniziare la giornata lavorativa”. E’ il caso ad esempio di Kevin Galabay, riporta Agi, un 22enne di Toronto che afferma di svegliarsi prima delle 5 per sollevare pesi, tenere un diario, leggere e prepararsi per il lavoro. Bene, questo video ha realizzato oltre un milione e mezzo di visualizzazioni.

Alzarsi più motivati

Secondo quanto affermato dai creatori di TikTok, questi video “mattutini” dovrebbero servire “per motivare e ispirare le persone”. Tra l’altro, diversi esperti di salute comportamentale concordano sul fatto che “creare una routine sia generalmente un buon modo per costruire abitudini sane”. Anche se, secondo la “morning routine”, sembrerebbe che il successo si possa costruire solo alzandosi prima dell’alba.

Video gratificanti per il nostro cervello?

Nella sua inchiesta, il Washington Post si domanda quale sia la ragione per cui milioni di persone guardino questi video del mattino. Una riposta è arrivata da un’esperta, Sophia Choukas-Bradley, psicologa dell’Università di Pittsburgh. La psicologa sostiene che guardare video di altri che realizzano delle cose è “gratificante per il nostro cervello” in quanto “siamo particolarmente attratti da qualsiasi tipo di contenuto dei social media che sia di successo, ambizioso, in ogni caso possibile e raggiungibile”. Così si “va in scena” anche quando è ancora buio: compresi genitori solerti che preparano la colazione per i loro bambini. Sarà davvero di ispirazione per chi guarda? La questione al momento resta aperta.

I 10 falsi miti sulla cyber-sicurezza

Non è vero che gli hacker attaccano solo le grandi aziende: gli hacker non sono giovanissimi nerd che smanettano per infiltrarsi nella rete dell’FBI o delle grandi corporation, al contrario, sono organizzati come imprenditori e prendono di mira anche il singolo utente. E non basta avere un antivirus e un firewall per essere al sicuro: è importante conoscere le minacce e seguire buone norme di comportamento online. Sono due dei 10 falsi miti luoghi ndividuati da Panda Security, che mette in guardia gli utenti dai luoghi comuni più pericolosi della cybersecurity per sfatarli e proteggere meglio i dispositivi. Se infatti oggi gli utenti mediamente hanno più competenze informatiche alcuni preconcetti sono difficili da sradicare.

Apple non è più sicuro di Windows

Anni fa i dispositivi Apple erano pochi e i virus venivano sviluppati per colpire le piattaforme Microsoft. Certo, telefoni e computer Apple sono meno colpiti dai malware, ma non dagli attacchi di social engineering. Spesso, poi, chi lavora in ufficio è abituato a delegare la responsabilità del corretto funzionamento e della sicurezza dei dispositivi al dipartimento IT, ma oggi non è più possibile. Ogni utente finale ha la responsabilità di utilizzare correttamente dispositivi e account, conoscere minacce e rischi online. Inoltre, il mondo del lavoro è cambiato: con le modalità da remoto la superficie di attacco di un’azienda è più vasta. Senza la cooperazione dei singoli sarebbe impossibile monitorarla per intero.

I malware si “prendono” anche se non si scarica niente

Alla fine degli anni ’90 i virus contagiavano un computer impegnandone tutta la capacità di calcolo e causando i tanto temuti ‘schermi blu’. Oggi, è molto più difficile che il pc si blocchi per esaurimento della ram o sovraccarichi di attività, inoltre i malware sono più sofisticati e funzionano in background cercando di non far scattare gli allarmi. Quanto ai furti di identità, non sono difficili da realizzare e non sono rari: rubare un’identità online significa quasi sempre ottenere l’accesso a un account e utilizzarlo per compiere altri cybercrimini. E non è vero che se non si scarica niente non si possono ‘prendere’ malware: il codice dannoso è presente sui siti di phishing tramite script, o si nasconde come payload nei pacchetti di installazione legittimi.

Non basta scegliere una buona password

La modalità di navigazione in incognito impedisce ad altre persone che hanno accesso allo stesso dispositivo di controllare l’attività online, ma non incide sui dati salvati e visibili al produttore del browser e al fornitore di servizi Internet, nonché a eventuali amministratori di reti pubbliche a cui non ci si deve mai connettere! Inoltre, scegliere una buona password non basta: una buona password è quella suggerita da un password manager, e lo smartphone non è più sicuro del computer. Ormai, quando si utilizza lo smartphone è necessario fare ancora più attenzione, perché è un ambiente più ‘chiuso’ e meno controllabile dall’utente. E oltre alle minacce online, lo smartphone è suscettibile a sms truffa, phishing, truffe telefoniche e molto altro.

Spreco alimentare: l’identikit degli italiani tra i virtuosi e i noncuranti

Come si comportano gli italiani di fronte allo speco alimentare? Sono più virtuosi o ben intenzionati, più parsimoniosi o noncuranti? Sono questi i 4 profili dei consumatori italiani elaborati dalla ricerca commissionata da Babaco Market a Bva Doxa sulle attitudini degli italiani in merito allo spreco alimentare. E secondo la ricerca, tra ‘virtuosi’, ‘benintenzionati’ e ‘parsimoniosi’ i nostri connazionali rappresentano il 67% degli intervistati, mostrando come la consapevolezza dello spreco alimentare spinga la maggioranza dei cittadini ad adottare comportamenti antispreco per affrontare il problema in prima persona. Ma c’è anche un 33 % di chi non si pone il problema di sprecare il cibo, i cosiddetti ‘noncuranti’.

Virtuosi, consapevoli e organizzati

I virtuosi (30%) sono consapevoli dell’entità dello spreco alimentare e dei suoi effetti sull’ambiente, e ritengono molto importante l’obiettivo ONU per la sua riduzione entro il 2030. Presentano un’elevata attenzione a non sprecare cibo, per questo sono molto organizzati: acquistano piccole quantità di cibo, adottando un menu settimanale per regolarizzare acquisti e consumi. Amano molto la frutta e la verdura fresca, sono attenti alla stagionalità, e l’origine italiana dei prodotti è prioritaria nelle scelte di acquisto. Meno sensibili al prezzo, sono i più propensi a usare siti e app che supportano cibi Made in Italy e pratiche antispreco.

Ben intenzionati, ma poco attenti alla lista della spesa

I ben intenzionati (21%) conoscono il problema dello spreco alimentare e il suo impatto sul cambiamento climatico. Ritengono molto importante agire in prima persona e sono molto attenti a non buttare via cibo. Tuttavia, qualche volta può succedere, perché dimenticano di consumarlo, oppure perché ne acquistano in eccesso. L’azione che adottano più frequentemente per contrastare lo spreco alimentare è porzionare e congelare il cibo. Amano frutta e verdura fresca, soprattutto perché sono considerate parte di una dieta sana. Non sono disposti a spendere di più per prodotti di marca quando acquistano frutta e verdura, ma sono poco attenti alla lista della spesa e alla programmazione settimanale. Per realizzare una migliore organizzazione hanno un interesse positivo verso siti e app che supportano cibi Made in Italy e pratiche antispreco.

I parsimoniosi sensibili al prezzo e i noncuranti poco attenti

I parsimoniosi (16%) sono meno consapevoli dell’entità dello spreco alimentare e del suo impatto sull’ambiente, ma prestando massima attenzione a non sprecare cibo per questioni di risparmio, non buttano via niente grazie a un’organizzazione delle scorte per data di scadenza e all’acquisto di prodotti durevoli. Sono poco amanti di frutta e verdura fresca e più sensibili al prezzo. I noncuranti (33 %) invece hanno consapevolezza del problema, ma ritengono meno importante contrastare questo fenomeno. Prestano scarsa attenzione allo spreco di cibo e capita spesso che ne buttino via. Hanno una gestione degli alimenti poco oculata, si dimenticano di consumare il cibo, ne acquistano troppo o in formati troppo grandi e ne avanzano quando cucinano. Poco amanti di frutta e verdura fresca, stagionalità e provenienza dei prodotti non gli interessano. Acquistano spesso verdure surgelate o conserve, e sono poco organizzati.

Bonus verde 2023, di cosa si tratta e come usufruirne?

Introdotta dal Governo qualche tempo fa, il Bonus Verde è un’agevolazione fiscale che viene riproposta anche nel 2023. Di cosa si tratta? E’ una detrazione destinata a chi vuole apportare migliorie al proprio giardino o al proprio balcone, con interventi sia sotto il profilo estetico sia ambientale.

Tetto della detrazione e interventi previsti

Per richiedere il Bonus Verde, è necessario effettuare lavori di sistemazione del verde privato, come la piantumazione di alberi, arbusti, siepi e la realizzazione di giardini pensili. Inoltre è possibile anche usufruire del bonus per l’acquisto e la posa in opera di attrezzature per il risparmio idrico e la riduzione dell’inquinamento acustico. È possibile richiedere un contributo fino al 65% della spesa sostenuta, con un massimale di 5.000 euro per unità immobiliare.

A chi si rivolge

Questa tipologia di agevolazione fiscale si rivolge sia ai proprietari di immobili residenziali, sia privati che condominiali, che vogliono migliorare il proprio giardino o balcone. Attraverso questa agevolazione fiscale è possibile detrarre dalle tasse una parte delle spese sostenute per la realizzazione di opere verdi e per la loro manutenzione. 

Spese ammissibili

Sono ammissibili spese relative a lavori di sistemazione del verde privato, come la piantumazione di alberi, arbusti, siepi e la realizzazione di giardini pensili. Inoltre, sono ammissibili anche le spese per l’acquisto e la posa in opera di attrezzature per il risparmio idrico e la riduzione dell’inquinamento acustico. E’ importante precisare che per poter usufruire del bonus è necessario che i lavori siano eseguiti da ditte specializzate e che vengano rilasciate regolari fatture.

Come richiedere il Bonus Verde

Per avere accesso al Bonus Verde, è necessario presentare sia l’elenco documentato delle spese sostenute sia la dichiarazione dei redditi. Insieme a ciò, occorre presentare anche un’autocertificazione per attestare che i lavori effettuati rientrano nella categoria dei lavori ammissibili. E’ importante precisare che per poter usufruire del bonus è necessario che i lavori siano eseguiti da ditte specializzate e che vengano rilasciate regolari fatture. In pratica, durante l’anno si raccolgono le fatture delle ditte che hanno effettuato i lavori e poi si presenta il tutto nella propria dichiarazione dei redditi. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate si trovano tutte le indicazioni nell’apposita sezione. Per l’inserimento della detrazione nella dichiarazione dei redditi si può far affidamento sul proprio commercialista o richiedere l’assistenza di un Caf.

Caro carburante: l’Italia nel 2023 ai primi posti in Europa

Nel 2022 la spesa media sostenuta dall’automobilista italiano per la benzina è stata pari a 1.008 euro, valore che ha fatto guadagnare al nostro Paese il settimo posto tra quelli analizzati da Facile.it. La piattaforma ha analizzato il prezzo dei carburanti in 12 nazioni UE, considerando il prezzo riportato dalla Commissione europea e ipotizzando il consumo di un’autovettura utilitaria con una percorrenza di 10.000 km l’anno. E se nel 2022 gli automobilisti italiani sono stati tra quelli in Europa che hanno speso meno per il carburante, l’inizio del 2023 ci ha proiettato ai primi posti della classifica europea: oggi siamo la nazione dove accise e imposte pesano di più sul prezzo finale. 

La classifica dei “pieni” nel 2022

Nel 2022 in Danimarca, ad esempio, gli automobilisti hanno speso il 15% in più rispetto a noi (1.160 euro), in Grecia il 13% (1.140 euro) e in Germania il 6% (1.069 euro). Se la Francia ha fatto registrare valori simili all’Italia (1.005 euro), più fortunati gli automobilisti austriaci, per i quali la spesa è stata del -5% rispetto a quella sostenuta dagli italiani (960 euro), e ancor più quelli sloveni (-18%, 830 euro). Quanto al prezzo del diesel, la spesa sostenuta nel 2022 dagli italiani è stata pari a 1.009 euro. Fanno meglio di noi solo Portogallo (-1%, 998 euro), Spagna (-1%, 997 euro) e Slovenia (-10%, 909 euro). Maglia nera per la Svezia, dove gli automobilisti hanno speso 1.275 euro (+21% rispetto all’Italia), e la Danimarca (1.091 euro, +8%).

Un balzo in avanti per diesel e benzina

Prendendo in considerazione il prezzo dei carburanti rilevato nella prima settimana del 2023, la classifica cambia radicalmente. Considerando 2 settimane di uso dell’auto, se si guarda al prezzo della benzina, l’automobilista italiano balza al quarto posto della classifica, con una spesa di 42 euro, oltre il 40% in più rispetto a quello sloveno e il 15% in più rispetto a quello austriaco. Peggio di noi solo Danimarca (44 euro), Grecia e Francia (43 euro). Guardando al prezzo del diesel, invece, il conto pagato dall’automobilista italiano è il terzo più caro d’Europa: 43 euro, +24% rispetto a Slovenia e +17% sul Portogallo. Fanno peggio solo Svezia (49 euro) e Francia (44 euro).

In Italia accise e imposte pesano di più

Analizzando i dati della Commissione europea aggiornati alla prima settimana 2023 e relativi al valore percentuale di accise e imposte sul prezzo del carburante, emerge che l’Italia è la nazione dove queste voci pesano di più. Per la benzina sono pari al 58,2% del prezzo pagato alla pompa, mentre per il diesel al 51,1%. Nella prima settimana di dicembre 2022 il nostro Paese era terzultimo in classifica. Accise e imposte incidevano il 46,4% sul prezzo della benzina e il 38,9% su quello del diesel. Curioso il caso svedese: è il Paese dove il peso percentuale delle tasse sul diesel è più basso (37,2%), ma il prezzo alla pompa è il più alto d’Europa.

Turismo: vacanze in Italia sotto l’albero dei viaggiatori stranieri

Per le festività natalizie fino all’Epifania i viaggiatori stranieri hanno messo in programma un viaggio in Italia. Uno studio di Enit su dati Fordwardkeys ha infatti rivelato un certo fermento dal 19 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023. Le prenotazioni aeree internazionali verso l’Italia sono state circa 274mila, 57,3% rispetto al medesimo periodo 2021/2022. Continua la forte rappresentanza del mercato statunitense, che raddoppia rispetto al 2021 (+49,8%): le prenotazioni aeree dagli USA sono state 57mila, e la percentuale di americani sfiora il 21% sul totale degli arrivi esteri previsti. Seguono le prenotazioni da Germania (26.970, +22,2%) e Regno Unito (21.730, +34,0%), con un’incidenza rispettiva del 9,8% e del 7,9% sul totale.

È ancora la Capitale in testa alle mete preferite

Con oltre 122mila prenotazioni aeree è Roma la destinazione con le migliori performance, destinata ad accogliere circa il 45% dei visitatori internazionali totali, l’82,2% in più rispetto allo stesso periodo 2021/2022. Roma è seguita sul podio delle tre città d’arte top: Milano (oltre 74mila, +63,9%) con una quota di arrivi aeroportuali pari al 27,0%, e Venezia (oltre 24 mila, +30,2%) con il 9,0% sul complessivo. L’82% dei visitatori è un turista leisure. Sono ben 224.500, +50,5% sul 2022/2021.

A volare sono principalmente coppie

Sono state 81.462 le prenotazioni per 2 passeggeri (+48,2% sul 2021), il 29,7% del totale. E i turisti internazionali viaggiano soprattutto in Economy, con circa 234mila arrivi aereoportuali (+59,2%), l’85,4% del totale. Segue la classe Premium (+47,7%, 7,5%), che conferma la propensione dei viaggiatori a spendere di più non solo per il volo, ma anche per tutti i servizi turistici del viaggio a vantaggio delle destinazioni prescelte. Esigue le richieste per la prima classe, più che dimezzate rispetto allo scorso anno (-53,8%).

L’ultimo dell’anno camere occupate al 60% 

Dal 19 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, le prenotazioni delle camere disponibili nelle strutture sui canali delle Online Travel Agencies sono state al 32,5%, contro il 19,0% dello stesso periodo del 2021-2022. Quanto al dato giornaliero, il livello di occupazione massimo si è rilevato per l’ultimo dell’anno (60%), quasi il doppio rispetto al tasso di saturazione delle festività natalizie 2021-2022 (36,5%). Per l’intero periodo, dalla montagna ai laghi alle città d’arte, tranne il mare, hanno superato la media nazionale. Primo fra tutti il comparto montano, con il 44,0% della disponibilità prenotata. Il picco si è raggiunto l’ultimo dell’anno, soprattutto per montagna (79,5%) e laghi (69,1%). Rispetto al 2021, le performance migliori se le sono aggiudicate le città d’arte, con un tasso di saturazione medio superiore del 25%.

Come prevenire lo scivolamento degli anziani in casa

Se hai una persona anziana a carico, sai quanto sia importante garantirgli la massima sicurezza in casa. Uno dei rischi più comuni per gli anziani è ad esempio quello di scivolare e cadere, soprattutto in bagno, con il rischio di riportare ferite o peggio ancora fratture.

Fortunatamente, esistono diversi modi per ridurre le probabilità che avvenga una caduta in casa, ed è inoltre molto importante mantenere sempre alta l’attenzione.

In cosa consiste il rischio di scivolamento in casa per gli anziani?

 Per gli anziani, lo scivolamento in casa rappresenta un pericolo serio: infatti, le cadute rappresentano la principale causa di lesioni gravi e di morte negli anziani.

Le cadute possono dunque causare fratture ossee, danni agli organi e altre lesioni gravi, oltre a portare ad una perdita di autonomia e alla necessità di assistenza costante.

Si tratta di situazioni dalle quali è bene tenersi lontani e per le quali è preferibile adottare tutte le contromisure a disposizione.

Perché il bagno è il luogo più a rischio per gli anziani?

 Il bagno è un luogo particolarmente a rischio per gli anziani a causa della presenza di superfici lisce e spesso umide o bagnate.

Le piastrelle e le superfici in marmo possono infatti diventare scivolose quando sono bagnate, il che rappresenta un pericolo per chiunque, ma soprattutto per gli anziani che hanno una maggiore propensione alla perdita di equilibrio e quindi allo scivolamento.

Inoltre, il bagno è spesso un ambiente buio e poco illuminato, il che può rendere difficile vedere bene dove si mettono i piedi, aumentando così il rischio di scivolamento.

In che modo le vasche con sportello per anziani possono aiutare a prevenire le cadute?

Le vasche con sportello per anziani sono un modo efficace per ridurre il rischio di scivolamento e di caduta in bagno.

Una vasca da bagno di questo tipo presenta uno sportello che si apre e si chiude su un lato della vasca, rendendo più facile entrare e uscire dalla stessa senza dover sollevare le gambe per accedere al suo interno.

Ciò riduce notevolmente il rischio di scivolamento mentre si entra o si esce dalla vasca, e rende il bagno un luogo più sicuro per gli anziani.

Tra l’altro, esistono delle vasche che presentano degli appositi maniglioni che offrono un appiglio sicuro in ogni momento.

Quali altre caratteristiche rendono le vasche da bagno con sportello sicure per gli anziani?

Oltre allo sportello, ci sono altre caratteristiche che rendono queste particolari vasche da bagno sicure per gli anziani.

Ad esempio, queste vasche presentano dei comodi sedili integrati che permettono alla persona di sedersi comodamente mentre si fa il bagno, riducendo il rischio di scivolamento tipico delle vasche tradizionali in cui è necessario sedersi sul fondo.

Inoltre, molti modelli presentano delle maniglie di supporto integrate per aiutare gli anziani ad entrare e uscire dalla vasca in modo sicuro.

Esistono altri modi per prevenire le cadute in bagno?

Oltre a questo, ci sono altre misure che è possibile adottare per prevenire le cadute in bagno.

Ad esempio, è importante mantenere il pavimento asciutto per avere sempre una aderenza ottimale, ed è utile anche installare eventuali maniglie di supporto alle pareti o in doccia, in modo da aiutare gli anziani a mantenere l’equilibrio mentre si spostano all’interno del bagno.

Esiste poi il nastro adesivo ad alta aderenza da applicare sul pavimento, nei punti più pericolosi, il quale assicura sempre un’ottima “presa” del piede a terra evitando che possa scivolare in avanti.


Conclusione

Per gli anziani, lo scivolamento in casa rappresenta un pericolo concreto, ed il bagno è un luogo particolarmente a rischio per via di superfici bagnate quali quelle del pavimento o piatto doccia.

Per questo motivo è bene adottare tutte quelle precauzioni che possono ridurre al minimo il rischio di scivolamento, ed evitare così spiacevoli conseguenze per la salute della persona.

Trust in Technology: il livello di fiducia nel Tech è alto anche in Italia

Secondo i emersi dall’analisi incrociata dell’Edelman Trust Barometer 2022, l’indagine globale sul tema della fiducia, e lo Special Report Trust in Technology, il settore Tech continua a registrare livelli di fiducia più alti rispetto ad altri settori. A livello globale a ottobre l’indice di fiducia ha toccato il 76%, +4% rispetto a gennaio. Un dato confermato anche in Italia: a inizio anno l’indice di fiducia è infatti del 73%, +4% rispetto al 2021. Ma i numeri sono in crescita nella quasi totalità dei Paesi analizzati, Cina e Indonesia registrano tassi rispettivamente del 90% del 91%, mentre solo Stati Uniti e Canada sono in lieve decrescita.

Haker e automazione preoccupano gli italiani

L’Italia è davanti a Spagna, Francia, Germania e Regno Unito, preceduta solo dall’Olanda (74%), ed è l’unico Paese europeo in cui il settore della tecnologia è l’unico con l’indice di fiducia più alto.
Tra i Paesi analizzati, l’Italia (44%) è insieme alla Germania (39%) tra i meno preoccupati dalla privacy dei dati raccolti dalle aziende, dalla sicurezza e il possibile uso manipolatorio. Al contrario, le preoccupazioni principali degli italiani in ambito tech riguardano le attività degli hacker, che cresce di 5 punti toccando il 69% (vs 71% globale), e la possibile perdita di lavoro a causa delle innovazioni tecnologiche o dell’automazione, che però scende di un punto (53%) rispetto allo scorso anno.

Cresce la fiducia per salute, 5G e IoT 

A guidare in alto la fiducia del comparto tecnologico sono le tecnologie legate alla salute (69%), insieme ad alcuni ambiti che nel corso degli ultimi mesi si sono affermati nel dibattito pubblico facendo breccia nella vita quotidiana. Tra questi, il sottosettore del 5G (66%) e quello dell’IoT (60%), che entrano nell’area della fiducia con una crescita rispettivamente del 4% e 1% rispetto allo scorso anno. In crescita, anche l’AI, un altro tema tech molto discusso, che raggiunge il 59% dei consensi.

Tech e lavoratori: l’84% si fida dei datori di lavoro

Un altro aspetto analizzato dal Trust Barometer 2022 è quello dei lavoratori del settore Tech. Oltre a concordare (79%) che la tecnologia ha un impatto positivo sul proprio lavoro, a livello globale (84%) dimostrano più dei colleghi degli altri comparti una fiducia generalizzata verso i propri datori di lavoro. Il 68% degli stessi lavoratori chiede però ai propri ceo di prendere posizione pubblicamente su temi sociali e politici in cui credono. Tra i temi che i leader aziendali dovrebbero affrontare al primo posto c’è quello del lavoro e dell’economia, insieme all’equità dei salari.