Comprare alcuni dati personali sul dark web costa meno di una tazza di caffè. È questo quanto hanno scoperto i ricercatori Kaspersky, che hanno indagato su due delle conseguenze più importanti della condivisione di dati personali in maniera illecita sul dark web, il doxing, ovvero la pratica di diffusione pubblica di dati online senza il consenso del diretto interessato, e la vendita di dati personali. E quanto al costo dei dati, hanno scoperto che l’accesso a dati sensibili, come le cartelle cliniche o i documenti di identificazione, costa appunto meno di un caffè. In particolare, per comprendere meglio come le informazioni personali degli utenti possano essere sfruttare se finiscono nelle mani sbagliate, Kaspersky ha analizzato le offerte attive su 10 forum e mercati darknet internazionali.

Un minimo di 42 centesimi di euro

La ricerca di Kaspersky ha dimostrato che l’accesso ai dati personali può costare da un minimo di 42 centesimi di euro a 8 euro per l’acquisto dei dati anagrafici, e dipende dal dettaglio e dell’ampiezza dei dati offerti. Alcune informazioni personali tra quelle vendute nel dark web, come i dati delle carte di credito, dell’accesso ai servizi bancari e di pagamento elettronico, sono rimaste invariate rispetto a quelle richieste dieci anni fa. Così come sono rimasti invariati i prezzi.

Cartelle cliniche e selfie con i documenti di identificazione costano fino a 33 euro

Dalla ricerca sono emersi anche nuovi tipi di dati. Questi includono, ad esempio, le cartelle cliniche e i selfie con i documenti di identificazione, che possono costare da 33 euro a 50 euro. L’aumento del numero di foto in cui vengono mostrati i documenti e di schemi di attacco che le utilizzano riflette anche un trend nei cybergood game. L’abuso di questi dati comporta conseguenze piuttosto significative, come l’appropriazione dell’identità di altre persone, così come sono significative anche le conseguenze dell’abuso di altri tipi di dati personali.

Non solo estorsioni e furto di denaro, ma anche l’utilizzo dei per danneggiare la reputazione

I dati venduti nel dark web possono essere utilizzati in vari modi: per estorsioni, truffe, schemi di phishing o per il furto diretto di denaro. Alcuni tipi di dati, come l’accesso a conti personali o a database di password, possono essere utilizzati in modo abusivo non solo per fini di lucro, riporta Italpress, ma anche per danni sociali alla reputazione, come il doxing.