Gli italiani sono più fiduciosi nel futuro del Paese e attendisti sulla situazione personale. E se l’inflazione preoccupa, sono pronti a conviverci e più in grado di risparmiare. Insomma, il sentiment sulla situazione italiana inverte la rotta: nonostante la maggioranza di ‘bancarizzati’ e ‘investitori’ continui a ritenerla peggiorata rispetto a un anno fa, la percentuale è in calo, segnando un miglioramento che non si registrava dall’autunno 2021. Fenomeno analogo anche rispetto alle aspettative per il futuro. Nei prossimi 12 mesi la percentuale di chi si attende un peggioramento della situazione scende, e aumenta quella di chi si aspetta un miglioramento dello scenario domestico.

Migliora la situazione personale, preoccupano inflazione e guerra 

Si tratta di alcune evidenze emerse dall’edizione di maggio 2023 dell’Osservatorio semestrale realizzato da Eumetra e Dogma Research per Anima SGR.  Se fra i bancarizzati si registra un leggero aumento di chi giudica migliorata la propria situazione personale, fra gli investitori questa percentuale è in lieve calo. Fra i rischi, guerra e inflazione restano ai primi posti, mentre si ridimensiona la preoccupazione per il caro-bollette, e scende il timore per un rialzo dei prezzi nel prossimo futuro.
Disoccupazione e recessione impensieriscono però il 28% dei bancarizzati e il 26% degli investitori, il cambiamento climatico il 24% dei bancarizzati e il 23% degli investitori), e fra i rischi di medio termine, preoccupa la siccità (16% bancarizzati, 15% investitori). Le pandemie, invece, ora sono una minaccia solo per il 13% di bancarizzati e investitori. 

Più progetti di risparmio, meno di consumo

Da settembre aumentano da 31 a 32 milioni gli italiani che affermano di avere progetti da sviluppare per i prossimi anni. In un contesto di forte inflazione, cresce dal 62% al 64% la percentuale di chi ha progetti di risparmio, mentre cala dal 79% al 78% quella di chi annuncia progetti di consumo.
Sono poi in risalita (da 50% a 56% bancarizzati, da 68% a 72% investitori) coloro che riescono a risparmiare con una certa costanza almeno una parte del proprio reddito. Quanto alle preferenze di investimento, la soluzione più scelta restano i prodotti finanziari. Rialzi dei tassi e conseguente rincaro dei mutui determinano un leggero calo di chi assegna la propria preferenza al mercato immobiliare.

Più attenti a rendimento che a sostenibilità

La sostenibilità e il basso impatto socio-ambientale sono ormai in primo piano nelle decisioni di consumo. Quando si analizzano le prospettive relative agli investimenti, però, cresce la percentuale di chi è disposto a privilegiare il rendimento rispetto alla sostenibilità, mentre cala quella di chi assegna più peso alla sostenibilità. Questi dati non frenano però l’aumento di chi dichiara di essere interessato a una consulenza, che consenta di realizzare investimenti sostenibili in linea con i propri valori.
La percentuale di chi risponde affermativamente passa infatti dal 50% al 55% fra i bancarizzati e dal 61% al 66% fra gli investitori.