Le conseguenze economiche della pandemia si sono scaricate su poco più di una famiglia su tre. Più in particolare, per il 36,8% delle famiglie italiane le entrate ordinarie si sono ridotte o azzerate. E se per il 19,6% sono ‘un poco’ diminuite per il 15,7% ‘molto’ e per l’1,5% sono state perdute. La ricerca BVA Doxa sul rapporto degli italiani con il risparmio e l’impatto della pandemia sulle scelte di investimento, mostra che, in media, i sussidi o altre forme di supporto economico hanno raggiunto il 28% del campione intervistato. In pratica, il 74% di coloro che hanno perduto entrate, con quote che salgono nelle categorie esercenti (53%), operai (48%) e giovani (44 %). Inoltre, la ricerca mostra che un italiano su due (53%) non ha accantonato un fondo di riserva per far fronte all’emergenza economica. 

Diminuiscono i risparmiatori, ma aumenta chi ha risparmiato involontariamente

Anche i comportamenti di risparmio sono stati influenzati dalla pandemia, e la ricerca evidenzia due macro-cambiamenti: la diminuzione della quota di risparmiatori (dal 55,1% al 48,6%), e la crescita di chi ha risparmiato in modo involontario per non essere riuscito a spendere durante l’anno della pandemia (+6,7%). In generale, nell’anno del Covid-19 gli investimenti finanziari si sono ridotti e sono stati messi in larga parte in standby proprio per l’incertezza. Se le obbligazioni ricevono un consenso limitato (22%) le azioni sono appannaggio di una minoranza del campione (6,1%), mentre il risparmio gestito ha l’indice di soddisfazione maggiore di tutte le classi di investimento.

Flessione dei prestiti per i mutui, ma c’è chi vorrebbe cambiare casa

Dalla ricerca emerge anche che i prestiti relativi ai mutui per le case, richiesti dall’1,1% del campione, hanno seguito la flessione nel 2020 delle compravendite immobiliari. Ma si segnala anche il rimbalzo dei mutui rinegoziati (1,3%), e una discreta adesione alla sospensione dei mutui permessa dalle norme anti-Covid. Il 18% degli intervistati però giudica insufficiente lo spazio della propria casa, e il 2,6% avrebbe già deciso di cambiarla, mentre il 10,7% lo farebbe se si realizzassero condizioni positive per il finanziamento.

Sale il saldo tra ottimisti e pessimisti. Più fiducia nella Ue

La quota delle persone preoccupate dalla possibilità di subire una diminuzione temporanea del reddito è salita del 10%, raggiungendo il 54% complessivo. Il 63% teme invece una perdita permanente del reddito. Confrontando la rilevazione di marzo 2021 con quella di maggio 2021 il saldo ottimisti-pessimisti sulle aspettative di reddito è passato però da -16% a -2,6%, e quello sul risparmio da -34% a -24%. Di fatto, i problemi economici e finanziari del 2020 e del 2021 sarebbero stati estremamente più seri senza l’intervento dell’Ue. Il saldo tra la quota di chi ha fiducia nell’Europa rispetto a chi non ce l’ha sale infatti al 46%. Un progresso notevole rispetto al 2020, quando il saldo era pari al 26%.